Domande e Risposte

Domande e Risposte
Il servizio sanitario nazionale eroga prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali tramite ospedali pubblici e privati accreditati. In Emilia Romagna esistono 47 ospedali privati di cui 45 accreditati con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale).

In qualità di erogatore per conto del SSN l’accesso e la permanenza in un ospedale privato accreditato sono gratuiti al pari di quanto avviene nell’ospedalità pubblica.

Allo stesso modo sono dovuti corrispettivi specifici unicamente per i cosiddetti “extra” (acqua minerale, camera singola, TV, telefono).

E’ garantita la massima libertà di scelta tra ospedali pubblici e privati accreditati, al pari di quanto avviene nella scelta tra diversi ospedali pubblici.

Tale diritto, oltre che dalla legge e garantito dalla Costituzione che sancisce la piena libertà di scelta del medico e del luogo di cura, senza limitazioni di sorta (art. 32)

La legge impone come unica condizione la prescrizione del medico di famiglia (medico di base) del cittadino. Se ci si trova in viaggio per lavoro o vacanza può essere prescelto un medico di base del luogo di cura (visita occasionale).

Per accedere in via d’urgenza occorre passare prima da un Pronto Soccorso che, in  seguito, potrà autonomamente disporre il ricovero.

La scelta è ugualmente libera e condizionata unicamente alla prescrizione medica (che può essere richiesta anche alla stessa struttura).

Ovviamente le prestazioni sono a pagamento e, come ogni realtà d’impresa, è prassi concordare preventivamente le condizioni (parte alberghiera, prestazioni sanitarie, onorari, sala operatoria, farmaci, comfort, ecc.).

  1. Contrariamente a quanto si crede, l’intensità media delle malattie trattate e degli interventi praticati nel privato accreditato è pari a quella pubblica (indicatore tecnico d’intensità: 1,39; nel 2001 era addirittura superiore quella privata: 1,35 il privato, 1,26 il pubblico) **
  2. A fronte di tale intensità, che a livello nazionale si attesta a 1,23 per il privato e 1,27 per il pubblico, le risorse impegnate per svolgere il 15,7% dei ricoveri sono pari al 7,6% della spesa ospedaliera complessiva. **

** dati tratti da “Ospedali & Salute 2007” – ed. FrancoAngeli a cura di Ermeneia

Quanto all’accesso ed alla libertà di scelta valgono le stesse regole e gli stessi principi sopra illustrati per le domande relative ai ricoveri.

Purtroppo la dimensione del convenzionamento (prestazioni acquistate dal SSN) nel campo ambulatoriale è, in alcuni casi, inspiegabilmente  molto limitata (tenuto conto delle numerose e lunghe liste di attesa) producendo qualche incomprensione nei casi in cui l’erogazione sia commisurata a quantità irrisorie e come tali consumabili nei primi mesi o settimane dell’anno.

Tale disservizio potrebbe essere ovviato dotando le strutture di budget minimi più congrui rispetto al tenore della domanda di certe prestazioni.

E’ indifferente in quanto le tariffe sono simili o, spesso, le medesime e la scelta dell’una o dell’altra modalità deriva unicamente dalle quantità acquistate dal SSN

Esempio: Se l’AUSL acquista 5.000,00 euro di attività di laboratorio, presso la Casa di Cura “Bianchi”, trattandosi di un volume non rilevante, può capitare che l’attività di esaurisca in poche settimane e pertanto prosegua fino a fine anno a pagamento.

Come chiarito nella risposta al punto 7 è un luogo comune e destituito di ogni fondamento; nel tempo gli indicatori hanno dimostrato una progressiva convergenza tra pubblico e privato, con qualche punto in più per il privato in Emilia Romagna.

La legge prescrive identità di controlli sia come frequenza che come contenuti tra pubblico e privato.

In Emilia Romagna tutte le strutture ospedaliere sono soggette ad autorizzaizione preventiva rilasciata dai comuni ed accreditamento qualitativo vagliato dalla Regione, nonché a  controlli sulle prestazioni e sugli standard di sicurezza svolti dalle AUSL e da svariati enti pubblici (VVFF, NAS, NOE, Guardia di Finanza, Medicina del Lavoro, Commissioni ed Associazioni di utenti, ecc.)

Inoltre nell’ambito privato la maggior parte delle strutture sono certificate secondo gli standard ISO 9001.

L’attività di lungodegenza, costituisce la risposta ospedaliera al bisogno di salute di persone che, a seguito di un episodio acuto, necessitano di un periodo per la stabilizzazione del quadro clinico  e per il recupero funzionale.

Ai reparti si accede solo tramite invito dall’ospedale pubblico e dai servizi territoriali delle AUSL; all’inviante spetta stabilire e prevedere la durata del ricovero e le sue proroghe eventuali.

Al pari della libertà di stampa, delle comunicazioni, dell’alimentazione e di altri servizi pubblici (trasporti, utenze, scuole) non vi è affatto conflitto tra il perseguire la soddisfazione di una esigenza fondamentale e lo svolgimento di un’attività d’impresa.

Normalmente gli utili (profitto) sono in gran parte reinvestiti a garanzia del livello qualitativo e tecnologico delle strutture.

Del resto le tariffe sono imposte dal pubblico e parificate tra ospedali pubblici e privati.

Se come visto sopra al punto 7, la sanità privata svolge il 15% dell’attività con il 7% del costo, a pari livello di complessità e qualità, in caso di suo ipotetico azzeramento il risultato finale sarebbe una impennata dei costi e un disservizio totale, oltre alla rinuncia definitiva alla libertà di scelta  (in Emilia Romagna 100.000 ricoveri su 600.000 sono affidati al privato).

Inoltre l’apporto di capitali per investimenti non grava sulla finanza pubblica e costituirebbe un costo aggiuntivo per lo Stato, insopportabile.

Senza tener conto che verrebbero a mancare le entrate connesse al gettito fiscale che proviene dalle imprese.