Ridotte le tariffe alle cliniche private «Costi insostenibili, liste più lunghe»

23 novembre 2023

E’ ai ferri corti lo scambio tra la Regione e le case di cura convenzionate dopo l’adozione della delibera regionale che dal 1° gennaio riduce le tariffe sulle prestazione diagnostiche specialistiche fornite dalla sanità privata. «Il tariffario in questione - spiega Luciano Natali, ex sindaco di Cesenatico, dirigente di strutture sanitarie, oggi presidente regionale di Aiop, l’associazione italiana che rappresenta gli ospedali privati - prevede per le visite specialistiche l’erogazione di un importo che va dai 23 ai 18 euro lordi e un calo delle attuali tariffe per le Risonanze Tac e diagnostica per immagini fino al 30 per cento portando queste prestazioni al di sotto del valore di costo ed in generale ad una insostenibilità
per il sistema».
Natali, è così grave la situazione? «E’ gravissima. Dopo 27 anni di tariffe bloccate esce un provvedimento a livello governativo che anziché alzarle le abbassa. Con un po’ di malizia si potrebbe dire che mettendo in difficoltà le prestazioni accreditate, quelle in cui il cittadino ha lo stesso trattamento che gli fornisce la struttura pubblica, si voglia
spingere l’utente verso il privato non convenzionato che ha costi alti e cura solo chi può pagare ».
Un’altra faccia della crisi del sistema sanitario nazionale? «C’è un problema di finanziamento del sistema nazionale,
ma questa è una scelta miope che dovrà affrontare i ricorsi che già alcune strutture stanno elaborando per annullare il provvedimento del governo che, detto per inciso, solo in Emilia-Romagna ha trovato questa frettolosa adozione. Gli ospedali privati saranno costretti a non fornire le prestazioni richieste poiché già ora sono tutti in perdita. Gli ospedali pubblici continueranno a somministrarle ma alla fine anche loro saranno costretti a fornire prestazioni sottocosto ».
L’Emilia-Romagna tuttavia ha provveduto sulla base di un decreto governativo. «Le altre regioni ancora non
l’hanno fatto. Era più opportuno cercare, prima, altre soluzioni e indagare i rischi che comporteranno».
E le liste d’attesa? 
«Si allungheranno ancor di più nonostante si dica che si fa di tutto per risolvere il problema. Si allungheranno soprattutto per gli esami diagnostici più numerosi e fondamentali come TAC e risonanze magnetiche.
Abbiamo incaricato Nomisma di indagare sui costi che gravano su queste attività attraverso un’analisi trasparente sui valori di riferimento a cui sottostare». Non è che c’è troppo privato oggi nel sistema pubblico? «Non è quello il problema, il fatto è che le liste d’attesa nel pubblico costringono i pazienti a rivolgersi al privato. Come deve fare un paziente se le attese sono anche di un anno o 18 mesi, oppure neppure non si prendono le prenotazione perché la lista è troppo lunga?». Aiop evidenzia anche il rischio di fuga dei medici, già oggi scarsi nei numeri. «Un medico prende oggi 8 o 9
euro netti a visita. Come non condividere la loro ricerca di un posto più remunerativo?».

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